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Proposta di pubblicazione digitale: Pro e Contro

E’ tempo di aggiornare il blog, finalmente!
Dopo qualche altro paio di rifiuti di alcune case editrici che si sono premurate di segnalare il rifiuto alla mia mail – cosa non da tutti – d’improvviso ecco qualcosa di nuovo. Una casa editrice mi risponde dopo due mesi esatti dall’invio, dicendo di essere incuriosita dal mio manoscritto. Zan zan zan.

Mi è stato proposto un contratto del tutto privo di contributi da parte dell’autore per una pubblicazione digitale da parte della casa editrice Lettere Animate.

pubblicazione digitale

Il contratto prevede che l’autore riceva il 15% degli introiti sul prezzo che si andrà a stabilire insieme. Il libro verrebbe pubblicato nel catalogo digitale della suddetta casa editrice, e conseguentemente in altri 30 o più store online, tra cui Amazon. L’editore si occuperebbe della pulitura della bozza, approvata successivamente dall’autore, e della grafica di copertina, concordabile con quest’ultimo. Per quel che riguarda la promozione successiva alla pubblicazione l’editore si impegna a “diramare comunicati stampa e press-kit sull’opera alle redazioni compatibili con il genere della stessa”, e “se l’autore lo desidera, potrà essere coinvolto interfacciandosi con l’Ufficio Stampa e fornendo consigli e suggerimenti”. Lettere Animate si occuperà anche di azioni pubblicitarie e promozionali con invio di copie omaggio eccetera.

Insomma, contratto trasparente, sembra una cosa seria (decisamente più seria di quella che ho precedentemente vagliato) e wow, sento di aver fatto un altro piccolo passo verso il mio obiettivo!

pubblicazione digitale

..detto questo, è il momento delle considerazioni.
Prima di tutto è innegabile che il mercato dei libri digitali negli ultimi anni si sia notevolmente ingrandito e stia assumendo una grande rilevanza nel panorama letterario. Senza nulla togliere alla tecnologia e al progresso, tuttavia, mentirei se dicessi che è quello in cui speravo. Ho sempre sognato il “grande giorno” della pubblicazione come il giorno in cui avrei toccato con mano il mio libro, in cui lo avrei potuto cercare e soprattutto trovare nelle librerie vere e proprie. L’idea di pubblicare esclusivamente in digitale non mi entusiasma come lo farebbe una proposta per il cartaceo, per qualche motivo la vedo ancora come “la via facile”, anche se forse non lo è così tanto. D’altronde lo stesso editore fa un investimento sull’opera a mio parere molto inferiore rispetto a scelte differenti, mossa di marketing perfettamente comprensibile e che tuttavia mi fa un po’ sospirare.
Altra considerazione di cui debbo tenere conto, è che in digitale, tutto sommato, ho già pubblicato. Senza alcun successo, è vero, e sbagliando completamente strategia – mea culpa, non conoscevo alcune problematiche della pubblicazione con Narcissus per quel che riguarda la gestione del libro su Amazon. Ne parlerò al più presto – ma il libro c’è, e mi domando perché dovrei vendere i suoi diritti a Lettere Animate, per vedere la medesima opera nella medesima forma. L’unica risposta che mi viene in mente è la promozione, di cui ho già sottolineato di non volermi occupare e che dunque sarebbe comodo lasciare alla casa editrice.

pubblicazione digitale

Sì, questa l’ho messa solo per staccare ehm.

A questo punto posso dirvi che ho fatto qualche breve ricerca online su questo editore, per accertarmi della sua serietà ma soprattutto per capire come gli autori si siano trovati a pubblicare con lui. Sul forum di Writer’s Dream, sempre utilissimo quando si tratta di queste cose, è emersa una grandissima quantità di dati a riguardo. Lettere Animate ha un’ottima fama per quel che riguarda la trasparenza del contratto, è appurato che non chieda agli autori alcun contributo di nessun genere, fa delle belle copertine curate, si impegna nell’effettivo in molte iniziative di promozione del marchio che rappresenta. Ho letto diversi interventi dello stesso editore Roberto Incagnoli (o di chi lo rappresenta sul forum suddetto) in cui veniva spiegata la politica della sua azienda, e ciò che mi lascia perplessa a livello personale è la scelta di pubblicare un ampio numero di autori dal momento che tale pubblicazione interessa solo l’area digitale, che per ovvi motivi prevede una spesa minore del cartaceo. E’ chiara la motivazione della casa editrice, poiché in questo modo può concentrare le finanze sulla promozione di più persone, tuttavia per quel che riguarda me personalmente temo che questo renda dispersivo il catalogo, tant’è che diversi autori lamentavano di essere stati “abbandonati a se stessi” – riserviamo il beneficio del dubbio all’editore, dato che come sempre anche in questo ci sono pareri concordi e discordi e non si ha modo di risalire ad una verità assoluta.

Insomma, non sembra essere ancora arrivata la proposta giusta, ma nel dubbio (e nell’ovvia ansia di perdere l’occasione giusta) non risponderò per un po’, aspettando di avere le idee più chiare e magari di ricevere qualche proposta più interessante. Come diceva Gianni, l’ottimismo è il profumo della vita eheh.

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Potrebbe diventare la mia mascotte.

 

La prima proposta editoriale

A distanza di una settimana dall’invio compulsivo del manoscritto ad ogni casa editrice possibile – ma selezionata in base al genere di pubblicazione, s’intende – ho ricevuto risposta da due editori. Il primo era un rifiuto, com’è ovvio. Prima di trovare il coraggio di intraprendere questo percorso mi sono informata sulle esperienze che altri hanno avuto prima di me, ed ecco che sono emersi enormi quantità di rifiuti accumulati prima di trovare un editore disposto alla pubblicazione, anche per gli scrittori più di successo. La Rowling è solo uno dei casi più conosciuti – di editori che si saranno mangiati le mani per anni, successivamente, questo è certo.

Insomma, per evitare di cadere nel totale sconforto mi sono preparata psicologicamente all’idea che un rifiuto non è sinonimo di insuccesso. A quel punto, ho ricevuto una seconda mail da un’altra casa editrice. Si tratta di Galassia Arte, conosciuta come casa editrice a doppio binario – o così ho letto – ed ho aperto il contenuto della mail con l’assoluta indifferenza di chi era pronto a cestinare il secondo rifiuto.

sbam

La mia prima proposta editoriale. Inutile raccontare della reazione del mio apparato circolatorio ed in particolare del muscolo cardiaco a questo incipit sconvolgente. Le lacrime agli occhi ed ero già lì che mi scioglievo di fronte al contratto mandatomi in allegato, salvo poi leggere con attenzione lo stesso e ridimensionare l’entusiasmo.

Il contratto propostomi prevede edizione, grafica, copertina, editing, correzione, distribuzione e promozione completamente a carico dell’editore, tuttavia prevede anche l’acquisto di 60 copie da parte dell’autore, al prezzo scontato del 10% su quello di copertina.

Personalmente non credo nell’editoria a pagamento. La scrittura e l’eventuale pubblicazione di quello che ho scritto mi dà un’enorme soddisfazione trovando qualcuno disposto ad investire su di me. Pagare per essere pubblicata significa allontanarsi del tutto da questa concezione, e non è ciò che mi sono preposta.

Ci sono altre due cose che mi hanno fatta riflettere riguardo questo contratto: prima di tutto il prezzo stabilito per la vendita del racconto, ovvero 16€. Anche volendo allargare i margini il più possibile ed ingrandire i font di parecchi pixel, è difficile che il libro superi le cento pagine. Mi chiedo, dunque, a che pro mettere un libricino di un’esordiente ad un prezzo tanto alto. Chi lo comprerebbe? Neppure le opere in copertina rigida di autori rinomati riescono a vendere ad un simile prezzo. E qui nasce il secondo dubbio: possibile che abbiano letto in manoscritto in così breve tempo (parliamo di 8 giorni)? E’ vero, è molto breve, tuttavia una casa editrice solitamente riceve una grande quantità di pagine da leggere e risponde dopo parecchi mesi, non prima di 4, in genere.

La faccenda mi puzza.

Ho deciso di considerare questo “sì” come molto importante, come un primo passo verso il successo, piuttosto che come la proposta di un editore che non legge neppure i manoscritti. Tuttavia rifiuterò questa proposta. Non è quello che cerco e credo sinceramente che l’opera che offro possa valere una pubblicazione senza contributi.

Attenderò altre proposte, sono molto fiduciosa.