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Farsi conoscere come scrittore(?): incapacità congenita

Farsi conoscere come scrittore è una sfida ardua. Persino scrittori con un curriculum piuttosto notevole incontrano l’ostacolo dell’anonimato, in un panorama letterario dove i libri vengono acquistati e quindi letti soprattutto grazie al passaparola. Oltre alla necessità di raggiungere più persone possibile, specie se parliamo di ebook autopubblicati, mi sto lentamente accorgendo di una banalità: allargare il bacino di lettori oltre parenti, amici e conoscenti è un traguardo già piuttosto importante. E molto, molto difficile.
Anche in questo caso l’inesperienza convince a cominciare dal basso, dal partecipare a qualunque iniziativa a cui si viene invitati, all’inviare gratuitamente il manoscritto a chi potrebbe essere interessato a leggerlo ed eventualmente dare un feedback, tuttavia non nego di avere l’impressione che queste mosse capillari siano un piccolo buco nell’acqua. Fa sempre piacere che qualcuno si mostri interessato, ma il punto è proprio in quanto detto prima: il passaparola, che non avviene.
Ho sempre pensato, ingenuamente, che se un libro fosse stato valido, allora sarebbe stato apprezzato da un buon numero di lettori, non tenendo conto del fatto che un libro, per essere apprezzato deve anche essere letto – una fatica da non sottovalutare, a quanto pare.

Per il momento mi sono mossa solo tramite canali molto piccoli: iscrizioni a gruppi sui social, siti web, blog di svariato genere; ho inviato qualche mail ai siti che offrivano servizi di recensioni – critiche nel bene e nel male, non a pagamento – senza mai ricevere alcuna risposta; mi sono iscritta al conosciuto e a mio avviso molto utile Writer’s Dream, un sito (e forum) per scrittori visitato da chi la pubblicazione ancora se la sogna e da chi, invece, ha raggiunto il proprio scopo con prodotti notevoli; ho contattato amici di amici che si interessassero di scrittura e proposto loro la lettura del mio racconto. Con una certa amarezza quello che ha avuto più successo, tra tutte queste cose – lo dico sottolineandovi il caso particolare. Sono certa che non valga per tutti – è stato il passaparola ad amici di parenti. Gli adulti che hanno saputo di questo libro sono stati i più disponibili non solo alla lettura, ma anche alla recensione.

Sono del parere che non tutti siano capaci di autopromuoversi, e non per una questione di abilità mancante, quanto per una questione morale. Per quel che mi riguarda, e non sono l’unica, non tutti riescono a trattare il proprio come un prodotto che bisogna indurre gli altri a comprare. Se lo scopo è quello di essere apprezzati a prescindere dalla pubblicità e da quanto si è bravi a “spingere il proprio carro“, allora l’autopromozione diventa un piccolo tabù non indifferente che personalmente non sono ancora stata in grado di superare come avrei voluto.

Farsi conoscere come scrittore

Per quel che riguarda le piccole occasioni, i concorsi, le riviste di narrativa e via dicendo, ho scoperto proprio in questi giorni quello che per me è un limite ma che per alcuni potrebbe essere un suggerimento interessante: produrre del materiale pronto all’uso, nel caso qualcuno lo richieda per valutare il vostro stile o includerlo in eventuali raccolte. Se molti hanno spesso decine di cartelle piene di racconti, raccontini, romanzi e quant’altro, non è cosa scontata per tutti, e non tutti riescono a lavorare sotto pressione nel caso che tale materiale venga richiesto in tempi brevi, pena la perdita di un’occasione.

Il mio consiglio è, perciò, di avere pronto del materiale interessante da proporre per “presentarvi”, un po’ come il portfolio di qualunque altro genere di artista, e di cui con la scrittura non si parla mai. E magari diffonderlo il più possibile: meglio “spammare contenuti veri e propri che pubblicità. O almeno, questo è quello che farò io.

Il social network per scrittori

Siamo abituati ad avere intorno applicazioni e social network per qualsiasi cosa. La mia generazione è la prima ad essere nata immersa in questo clima quasi fantascientifico ed è quindi anche la prima a riconoscerne l’importante valore sociale, oltre che commerciale. Come molti, sono iscritta ad una grande quantità di social, a cominciare da Facebook, con relative pagine dedicate, per continuare con Twitter, Instagram e quant’altro. Ogni tanto mi capitano sott’occhio nuovi siti interessanti che permettono di potenziare la comunicazione di alcune aree e non è difficile notare come siano diventati fondamentali certi contenuti. Immediatezza e impatto visivo sono la caratteristica principale per qualunque cosa necessiti immediata attenzione. E’ facile che a qualcuno cada l’occhio sull’immagine suggestiva di un disegno o sulle prime battute di un fumetto ed è subito una salita verso l’apprezzamento di più persone. E’ facile il passaparola, quando l’essere apprezzati passa da qualcosa che non necessita alcuno sforzo mentale da parte del fruitore. Una foto può essere apprezzata anche dai profani, basta un secondo perché lasci qualcosa del suo passaggio. E la scrittura? Dove sono i social network per scrittori?

Riflettevo su queste cose con un po’ di amarezza, avvolta dalla consapevolezza che per apprezzare un prodotto editoriale ci voglia un grande impegno da parte dell’utente. Prima di tutto deve arrivare a conoscere il prodotto, quindi deve trovare un buon motivo per interessarsene ed infine, superato questo scoglio, è necessario che il libro venga letto, investendo in lui diverso tempo. Questo lo rende un prodotto quasi impermeabile ai social network, perdendo qualsiasi caratteristica di immediatezza o impatto visivo che possa essere apprezzata nel mondo digitale.

social network per scrittori

Ho cercato online qualche piattaforma dedicata agli scrittori e date le premesse non è neppure strano che ce ne siano poche e di scarso successo. Qualcuno di essi permette di pubblicare brevi anteprime della propria opera leggibili gratuitamente dall’utenza, tuttavia ciascuno di essi è abitato quasi esclusivamente da altri scrittori, e i lettori iscritti sono molto meno. Ancora meno quelli attivi nella lettura. La maggior parte dei social in questione è in inglese, il più conosciuto o almeno il più apparentemente adeguato che sono riuscita a trovare è il social network per scrittori Wattpad http://www.wattpad.com/ ). Per il momento mi sono iscritta, ancora non so quanto possa essere utile alla causa.

Se devo essere sincera credo sempre di meno nelle auto-pubblicazioni, specie online, ho l’impressione che il mondo del web sia troppo vasto perché a qualcuno sia data davvero la possibilità di emergere. Non è solo una questione di impegno, sembra che gli obiettivi del web si scontrino sempre di più con quelli della scrittura.

Nonostante questo, non demordo.