Non ho riletto.

Voglio scriverlo qui senza cancellature, senza preparazione. Voglio scriverlo perché è vero, perché forse spingo così tanto su questo progetto, su questo blog, su quel mio libro, sulla scrittura, che non ho avuto nemmeno un momento per dire la verità. Per farla trapelare come l’unica e sola verità permanente di tutto questo.

Sono terrorizzata

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Sul serio, terrorizzata; ho paura di non farcela, di non riuscire, di non essere mai nessuno nemmeno per me stessa. Ho paura che tutto questo non serva a niente, che il talento non basti, o che non ce l’abbia proprio. Ho paura di non poter controllare tutto questo, di rinunciare, di perdermi per strada, di fallire, di essere rifiutata, di restare indifferente, di essere vuota o sembrare vuota. Ho paura, tantissimo, così tanto che faccio di tutto perché nessuno possa toccare con mano la vera importanza di quello che faccio, che non è scrittura, non è libro, non è un percorso, non è niente. Ho paura che qualcuno si accorga di quello di cui non voglio accorgermi neppure io, cioè di quanto sia importante, di quanto non c’entri nulla l’essere riconosciuta, l’essere famosa, il vendere, il piacere, lo scrivere un’opera completa.
Sono terrorizzata anche perché adesso che me ne accorgo vedo quanto abbia violentato questa importanza e l’abbia strumentalizzata, l’abbia scarabocchiata di concetti non suoi. Non so se riuscirò mai a riprenderci contatto, e soprattutto a lasciarla vivere senza le ansie e le aspirazioni. Non so nemmeno se voglio farlo.

Questo è vero, e nient’altro. Il resto sono solo io che faccio cose che fanno tutti e non lascio il segno.

 

(foto copertina di Alice Litwin)

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